venerdì 30 gennaio 2009

Paparesta: Mai chiuso nello spogliatoio da Moggi


"Finalmente posso dire l'unica verità su quel 6 novembre 2004: non sono mai stato chiuso in uno spogliatoio da Moggi"

A parlare è Gianluca Paparesta, ex arbitro, che chiarisce in modo definitivo quanto accadde nel dopopartita di Reggina-Juventus, conclusa 2-1 per i calabresi con un goal (regolare) annullato alla Juve e un rigore (solare) non fischiato a favore della Juve.
Paparesta ha risposto alle domande di Antonello Piroso nella trasmissione Niente di personale su La7.
I pm napoletani beatrice e narducci per questo episodio hanno indagato Luciano Moggi per sequestro di persona.

"Moggi e Giraudo entrarono agitati e si lamentarono del mio operato. Nessuno però mi ha chiuso dentro lo spogliatoio. Si sono solo lamentati in maniera decisa perchè non avevo concesso loro un rigore e avevo annullato il gol del pareggio proprio un attimo prima del finale, cosa che per altro dimostra che non soffrivo certo di sudditanza. Poi se ne sono andati via e io ho solo sbagliato a non inserire nel referto di gara l'episodio. Questa non è la mia versione ma la realtà, non ero solo, con me c'erano assistenti, quarto uomo e un osservatore. Se fosse accaduto qualcosa, qualcuno l'avrebbe segnalato".

L'ex arbitro, che è stato nominato responsabile del protocollo d'intesa tra i comuni di Bari e Milano in vista dell'Expo2015, ha poi spiegato i motivi della sua telefonata con l'allora addetto agli arbitri del Milan Leonardo Meani

"Io sono un cittadino italiano e un commercialista, prima che un arbitro. Dopo aver appreso la notizia, durante il mio lavoro di revisore dei conti, di una possibile procedura d'infrazione contro l'Italia da parte dell'Unione Europea per violazione delle norme sul protocollo di Kyoto in relazione alle energie alternative, ne ho parlato col Meani visto che il presidente del Milan è anche il premier italiano".

Da ricordare inoltre come Gianluca Paparesta, inizialmente indagato con l'accusa di aver ricevuto schede sim straniere da Luciano Moggi, abbia visto la sua posizione archiviata dal gip Laviano su richiesta della stessa procura.
La procura che fino a qualche settimana prima affermava che, in base all'analisi sulle celle relativa alle famose schede sim effettuata dai Carabinieri di Roma, Paparesta aveva ricevuto una scheda sim da Luciano Moggi davanti al gip ha poi chiesto l'archiviazione per Paparesta. Smentendo di fatto la ricostruzione effettuata dai carabinieri su cui si basa l'intero castello accusatorio.

Da ricordare infine il famoso dossier che Paparesta voleva consegnare a Gianni Letta, all'epoca Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, il dossier si riferisce all'attività di consulente dell'Assobiodiesel di Paparesta (1, 2).


Il 27 aprile 2005 Galliani chiama Meani «per avvisarlo di riferire all’arbitro Paparesta "che il dossier è nelle mani del sottosegretario Gianni Letta", dopo che in proposito gli aveva specificato "che questa mattina mi ha chiamato, m’ha detto che conosce la vicenda che interverrà!". Il contenuto del dossier non è specificato. Ma nell’informativa c’è la telefonata fatta due minuti dopo da Meani e Paparesta «per informarlo di quanto Galliani gli aveva riferito». Dopodiché, Meani esterna le sue considerazione sull’attuale situazione del mondo arbitrale, "... e bisogna un po’ cambiare, bisogna un pochettino cambiare il vento però!"... Il dirigente milanista, infine, invita l’arbitro a contattare il presidente Galliani per ringraziarlo del suo interessamento per la vicenda che lo riguarda».