domenica 26 luglio 2009

Se la politica dà una mano alla roma

In una intervista al TG1 il capitano della roma totti dopo aver fatto sfoggio della sua consueta modestia

"Il Pallone d’Oro? Se fossi andato in un’altra squadra ne avrei vinti a mani basse. Ma ho fatto una scelta di cuore che vale più del Pallone d’Oro."

si dichiara favorevole, anzi auspica speranzoso, un intervento della politica affinché dia una mano alla roma

Rosella a Palazzo Chigi? Se la politica ci dà una mano, ben venga; fa piacere a giocatori, tifosi e alla società. Speriamo non lo faccia solo a parole, ma con i fatti

Aiuto della politica che farebbe piacere a tutti, a tutti a trigoria ovviamente.
È molto probabile che la speranza di totti si traduca, ancora una volta, in realtà e che la politica accorra in soccorso della roma.
Se ciò accadesse, e noi crediamo che accadrà, non sarebbe certo la prima volta.
E possiamo anche immaginare il tipo di aiuto che la politica potrebbe dare alla roma.
Subito dopo l'aiuto ricevuto già vediamo er pupone che si lamenta degli aiuti ricevuti dalle squadre der norde, per dirla alla romana, e che impediscono alla maggica di vincere.
E anche questa ci sembra una scena già vista.

martedì 3 marzo 2009

Mourinho e la Prostituzione Intellettuale

Mentre il presidente della nuova Juve si improvvisava difensore dell'inter l'allenatore dell'inter cercava di spostare l'attenzione dal rigore inesistente concesso all'inter nel posticipo inter-roma della ventiseiesima giornata.

"A me non piace la prostituzione intellettuale, a me piace l'onestà intellettuale. Mi sembra che negli ultimi giorni ci sia una grandissima manipolazione intellettuale, un grande lavoro organizzato per cambiare l'opinione pubblica per un mondo che non è il mio"

Sul fatto che in Italia vi sia della prostituzione intellettuale potremmo anche essere d'accordo, quello su cui sicuramente non siamo d'accordo con Mourinho è su chi sia il beneficiario, dall'estate del 2006 in poi, di questa prostituzione intellettuale.

"Negli ultimi due giorni non si è parlato della Roma che ha grandissimi giocatori, ma che finirà la stagione con zero titoli. Non si è parlato del Milan che ha 11 punti meno di noi e chiuderà la stagione con zero titoli. Non si è parlato della Juve che ha conquistato tanti punti con errori arbitrali"

A dire il vero negli ultimi due giorni non si è parlato nemmeno di come ha vinto l'inter contro il siena, dei bagher di Adriano, di come ha pareggiato l'inter contro la roma nella scorsa stagione (1-1 a Milano), così come non si è parlato di molte altre cose.
Si è parlato, molto poco a dire il vero, del rigore inesistente concesso all'inter domenica scorsa.
Del resto di cosa si doveva parlare? il giorno prima l'inter riesce a pareggiare una partita persa grazie ad un rigore inesistente e si deve parlare del fatto che il Milan non vincerà nulla?

"Abbiamo vinto solo una partita con un errore arbitrale, a Siena. Ranieri? Se è al fianco di Spalletti, io sono al fianco di tutti gli allenatori che hanno perso punti contro la Juve per errori arbitrali. Mi sento vicino a Prandelli, a Del Neri, a Zenga. Io sono andato davanti alle telecamere per dire che la mia squadra ha vinto a Siena con un errore dell'arbitro. Il giorno dopo l'allenatore di una squadra con la maglia bianco e nera, che guarda le partite dell'Inter, è andato in televisione e ha ammesso di aver segnato un gol in fuorigioco... che bravo...".

Mentre suggeriamo a Mourinho una cura di fosforo per migliorare la tenuta della sua memoria ci sentiamo vicini a Spalletti (Inter-Roma 3-3), Mazzarri (Sampdoria-Inter 1-1), Giampaolo (Siena-Inter 1-2), Ancellotti (Inter-Milan 2-1), e tanti altri.

Cobolli Gigli, il difensore dell'Inter

Dopo il rigore inesistente concesso all'inter nel posticipo serale della 26-esima giornata che ha consentito all'inter di portarsi sul 2-3, e poi di completare la rimonta pareggiando 3-3 e le violente polemiche che ne sono seguite l'inter trova un inatteso (?) difensore: il presidente della nuova Juve Cobolli Gigli, che dichiara:

"Quello su Balotelli non era rigore, ma probabilmente in presa diretta per un arbitro non era comunque semplice. Non si tratta di favori, ma di errori arbitrali."

venerdì 30 gennaio 2009

Paparesta: Mai chiuso nello spogliatoio da Moggi


"Finalmente posso dire l'unica verità su quel 6 novembre 2004: non sono mai stato chiuso in uno spogliatoio da Moggi"

A parlare è Gianluca Paparesta, ex arbitro, che chiarisce in modo definitivo quanto accadde nel dopopartita di Reggina-Juventus, conclusa 2-1 per i calabresi con un goal (regolare) annullato alla Juve e un rigore (solare) non fischiato a favore della Juve.
Paparesta ha risposto alle domande di Antonello Piroso nella trasmissione Niente di personale su La7.
I pm napoletani beatrice e narducci per questo episodio hanno indagato Luciano Moggi per sequestro di persona.

"Moggi e Giraudo entrarono agitati e si lamentarono del mio operato. Nessuno però mi ha chiuso dentro lo spogliatoio. Si sono solo lamentati in maniera decisa perchè non avevo concesso loro un rigore e avevo annullato il gol del pareggio proprio un attimo prima del finale, cosa che per altro dimostra che non soffrivo certo di sudditanza. Poi se ne sono andati via e io ho solo sbagliato a non inserire nel referto di gara l'episodio. Questa non è la mia versione ma la realtà, non ero solo, con me c'erano assistenti, quarto uomo e un osservatore. Se fosse accaduto qualcosa, qualcuno l'avrebbe segnalato".

L'ex arbitro, che è stato nominato responsabile del protocollo d'intesa tra i comuni di Bari e Milano in vista dell'Expo2015, ha poi spiegato i motivi della sua telefonata con l'allora addetto agli arbitri del Milan Leonardo Meani

"Io sono un cittadino italiano e un commercialista, prima che un arbitro. Dopo aver appreso la notizia, durante il mio lavoro di revisore dei conti, di una possibile procedura d'infrazione contro l'Italia da parte dell'Unione Europea per violazione delle norme sul protocollo di Kyoto in relazione alle energie alternative, ne ho parlato col Meani visto che il presidente del Milan è anche il premier italiano".

Da ricordare inoltre come Gianluca Paparesta, inizialmente indagato con l'accusa di aver ricevuto schede sim straniere da Luciano Moggi, abbia visto la sua posizione archiviata dal gip Laviano su richiesta della stessa procura.
La procura che fino a qualche settimana prima affermava che, in base all'analisi sulle celle relativa alle famose schede sim effettuata dai Carabinieri di Roma, Paparesta aveva ricevuto una scheda sim da Luciano Moggi davanti al gip ha poi chiesto l'archiviazione per Paparesta. Smentendo di fatto la ricostruzione effettuata dai carabinieri su cui si basa l'intero castello accusatorio.

Da ricordare infine il famoso dossier che Paparesta voleva consegnare a Gianni Letta, all'epoca Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, il dossier si riferisce all'attività di consulente dell'Assobiodiesel di Paparesta (1, 2).


Il 27 aprile 2005 Galliani chiama Meani «per avvisarlo di riferire all’arbitro Paparesta "che il dossier è nelle mani del sottosegretario Gianni Letta", dopo che in proposito gli aveva specificato "che questa mattina mi ha chiamato, m’ha detto che conosce la vicenda che interverrà!". Il contenuto del dossier non è specificato. Ma nell’informativa c’è la telefonata fatta due minuti dopo da Meani e Paparesta «per informarlo di quanto Galliani gli aveva riferito». Dopodiché, Meani esterna le sue considerazione sull’attuale situazione del mondo arbitrale, "... e bisogna un po’ cambiare, bisogna un pochettino cambiare il vento però!"... Il dirigente milanista, infine, invita l’arbitro a contattare il presidente Galliani per ringraziarlo del suo interessamento per la vicenda che lo riguarda».

Valorizzate Rosella


"La Lega deve valorizzare un dirigente capace come Rosella Sensi".

giovedì 22 gennaio 2009

Moggi assolto: "Non ha diffamato l'inter"

Il gup di Milano Marco Maria Alma ha assolto Luciano Moggi, con la formula "perchè il fatto non sussiste", dall’accusa di avere diffamato la società nerazzurra per un’intervista rilasciata al quotidiano Libero nel luglio 2006.
Nell'intervista in questione ad una domanda del giornalista sulle squadre non punite, come era invece successo a lui e alla Juventus, Moggi rispose citando la vicenda di Alvaro Recoba (il giocatore dell'inter con passaporto falso e patente di guida falsa), che vide il dirigente dell'inter Gabriele Oriali e Recoba patteggiare la pena presso il Tribunale di Udine, dicendo che l'Inter aveva patteggiato senza ulteriori conseguenze.
In seguito a questa intervista l'inter querelò Moggi.
Nei giorni scorsi l'assoluzione del Gup, che ha ritenuto che le parole di Moggi fossero solo espressione del diritto di critica, al massimo imprecise, ma non penalmente rilevanti.

Mourinho e gli Scudetti in Segreteria

"Il primo scudetto l'avete vinto in segreteria, il secondo senza avversari, il terzo all'ultimo minuto. Siete proprio una squadra di...".

Questa la frase che avrebbe detto l'attuale allenatore dell'inter alla squadra dopo la sconfitta subita a Bergamo contro l'Atalanta (3-1) nell'ultima giornata di campionato, e che ha fatto il giro del web in pochissimo tempo (1, 2, 3), scatenando le reazioni, il più delle volte scomposte, dei tifosi interisti.
Fino al momento in cui si scrive non è arrivata nessuna smentita a queste frasi.
Questa non sarebbe la prima volta che Mourinho parla in questi termini dello scudetto donato all'inter. Nell'estate del 2006 dichiarava

I nerazzurri sono arrivati solo terzi nell’ultima Serie A. Altro che scudetto sulla maglia.

sabato 10 gennaio 2009

Le Amnesie di Sandulli, la Condanna Etica e la Juve Simpatica

Continuano senza sosta le reazioni alla sentenza sul processo GEA.
È la volta di Piero Sandulli, presidente della Corte Federale della FIGC all'epoca delle sentenze sportive dell'estate 2006.
Intervistato da La Stampa sugli effetti che potrebbe avere una assoluzione di Moggi al processo di Napoli sulle sentenze sportive dell'estate 2006 Sandulli risponde

La Juventus fini in B a -17, la Fiorentina in A a -19, la Lazio in A a -11, il Milan in A a -8 e su molti presidenti e dirigenti di club si abbatterono pesanti pene. Se, da Napoli, il quadro dovesse uscire molto più ridimensionato, che conclusioni dovremmo tirare sullo scandalo mai visto nel nostro pallone?
«Nessuno se non quello di accettare con la massima serenità quelle che saranno le sentenze penali su tutta la vicenda. Ripeto: la giustizia sportiva ha tempi e norme di comportamento che in aule di tribunale non sportive possono anche non rappresentare un reato penale, ma ciò non toglie niente alle nostre sanzioni».

La Calciopoli così come è uscita dai gradi di giustizia sportiva non si tocca, dunque?
«Mi sembra ovvio. Le faccio un esempio concreto. Quando scoppiarono i casi scommesse degli anni Ottanta ci furono squadre, penso al Milan, che finirono in serie B. La giustizia ordinaria successivamente prese una strada diversa perché non emerse niente, ma i rossoneri furono retrocessi e in B andarono perché per chi vive nel mondo del calcio avevano fatto cose che non si possono fare».

Sandulli dice che esistono comportamenti che possono essere punibili per la giustizia sportiva e possono non essere punibili per la giustizia ordinaria.
Questo non è sempre vero.
Ad esempio all'illecito sportivo corrisponde il reato di frode sportiva in ambito penale.
È chiaro che se un tribunale ordinario riconosce che non c'è mai stata frode sportiva questo non può che significare che non c'è mai stato alcun illecito sportivo.

Sandulli, a conferma della sua tesi, dice che anche nel calcioscommesse degli anni 80 ci furono sentenze diverse tra giustizia sportiva e giustizia ordinaria. Allora la giustizia sportiva condannò calciatori, dirigenti e società mentre la giustizia ordinaria assolse tutti.
Sandulli dimentica però di dire perché la giustizia ordinaria assolse tutti.
La giustizia ordinaria assolse tutti i condannati dalla giustizia sportiva perché non c'era una legge dello Stato che vietava quei comportamenti. Ecco il motivo della differenza di valutazione di allora tra la giustizia sportiva e la giustizia ordinaria.
Non c'era una legge, ma adesso quella legge c'è. Per la precisione c'è dal 1989.
Ed è la legge che ha introdotto la "frode sportiva", la legge n° 401 del 1989.
Quindi adesso quei comportamenti di allora, qualora un tribunale ordinario ne ravvisasse la sussistenza, verrebbero puniti anche dalla giustizia ordinaria.
Quindi non è completamente esatto dire che la giustizia sportiva è diversa da quella ordinaria e che un comportamento sanzionato dalla giustizia sportiva non è sanzionato dalla giustizia ordinaria.

Se dal processo che si terrà a Napoli dovesse emergere che non ci fu mai frode sportiva, quella sentenza non potrebbe non avere effetti sulle sentenze sportive dell'estate 2006.
Di più, smentirebbe quelle sentenze.

Intervistato anche da Tuttosport spiega le sentenze sportive dell'estate 2006.

Punim­mo la violazione di norme interne, nel 2006. In fondo anche noi, nella nostra sentenza evidenziammo soprattutto cattive abitudi­ni, mica illeciti classici. Si doveva far capire che quello che c’era nelle intercettazioni non si fa. E’ stata una condanna etica. Il proces­so penale valuta altre cose.

Condannare una società alla retrocessione, revocare due scudetti, uno dei quali donato alla società terza classificata (a più di 10 punti di distanza), e produrre danni per centinaia di milioni di euro.
Tutto questo non per degli illeciti, ma per delle cattive abitudini?
Interessante poi sapere che quella è stata la prima, e certamente l'ultima, condanna etica nel mondo del calcio.
Non si hanno infatti notizie di condanne etiche per altri comportamenti come, tra gli altri, i passaporti falsi (addirittura le patenti di guida false), i bilanci falsi, le fidejussioni false, il regalare rolex ad arbitri, guardalinee e dirigenti federali, iscriversi al campionato grazie a bilanci falsi.
Per questi comportamenti non c'è mai stata alcuna condanna etica.
Peccato che Sandulli non ne abbia spiegato il motivo, e peccato che l'intervistatore non l'abbia chiesto.

Quei comportamenti stravolgevano il con­cetto decoubertiniano


Perché presentare false fidejussioni, iscriversi al campionato grazie a bilanci falsi, regalare rolex ad arbitri e guardalinee sono tutti comportamenti in linea con il con­cetto decoubertiniano?


Se a Napoli non arriva la condanna?
«Non so se è penalmente rilevante quel ti­po di frequentazione di Moggi, ma è violazione dell’articolo 1. E l’illecito associativo che non esisteva, era una falla nel sistema giuridico, è stato da noi introdotto. Ai tifosi ripeto che per me la giustizia penale e quel­la sportivo sono cose diverse»


Violazione dell'articolo 1? Le sentenze a carico della Juve e di Moggi sono state emesse per la presunta violazione dell'articolo 6 (illecito sportivo).
Tanto più che non è mai successo nella storia del calcio che a società e dirigenti siano state comminate pene così pesanti solo per delle violazioni dell'articolo 1.
Interessante quindi sapere da Sandulli che quelle cose andavano valutate come violazione dell'articolo 1 e non dell'articolo 6.
Altrettanto interessante sapere che la CAF prima e la Corte Federale poi hanno introdotto un "reato sportivo" che non esisteva prima: l'illecito associativo.
Una "legge sportiva" ad hoc, ad personam, per poter condannare Moggi e la Juventus.
Juventus che adesso è più simpatica

«Io, a distanza di due anni, rivedo la Ju­ve lottare per il vertice: sono il patrimonio culturale del calcio italiano e anche più sim­patici ora»

e di questo potranno essere contenti gli attuali proprietari e dirigenti della Juve che hanno sempre indicato la simpatia come uno dei principali, se non l'unico, obiettivo da raggiungere.

Quanto ai tifosi, credo che oggi pen­sino che non c’è quel qualcosa sotto di cui si chiacchierava, esacerbandosi, nei bar dai tempi dei centimetri di Turone

A questa pia illusione di Sandulli ha risposto qualche giorno fa la vedova dell'ex presidente della roma franco sensi che riferendosi al campionato 2007/2008, vinto dall'inter nell'anno del suo centenario, ha dichiarato


«La Roma meritava lo scudetto. Ma c'era un centenario da onorare e da rispettare, però. Così è stato»


Concetto confermato qualche giorno dopo dal capitano della roma totti


Ha ragione Maria Sensi. L'anno scorso i nerazzurri non meritavano lo scudetto. Meritavamo di vincere noi e che invece a causa di qualche "piccolo episodio" (lo scudetto, ndr) è andato all'Inter


Chiudiamo infine ricordando le parole proprio di Sandulli in una intervista di qualche tempo fa rilasciata a il romanista e ripresa dal Corriere della Sera in riferimento al campionato 2004/2005, quello oggetto di indagine.

«Non ci sono stati illeciti. Il campionato (2004/2005, ndr) era regolare»
«Il campionato 2004/2005 non è stato falsato - afferma - L'unico dubbio potevamo averlo su quella strana partita tra Lecce e Parma, una sfida che abbiamo visto e rivisto. Non si può dire però che è stato falsato il campionato.»

Il Tribunale di Sky ed il sentimento popolare

Continuano le reazioni, per lo più scomposte, alla sentenza sul processo alla GEA.
Oggi è il turno di Sky.
Nel sito di Sky TG 24 compare un "curioso" sondaggio:

Processo Gea
Sei d'accordo con la sentenza che assolve i Moggi e i membri della Gea dall'accusa di associazione a delinquere?


In cui si chiede agli utenti registrati di esprimersi sulla sentenza che ha assolto Moggi e i membri della GEA dall'accusa di associazione a delinquere.
La maggior parte dei votanti è contrario alla sentenza di assoluzione.

Il Tribunale di Sky ha emesso la sua sentenza di colpevolezza: il Tribunale di Roma ha sbagliato ad assolvere Moggi dall'accusa di associazione a delinquere.

Sembra proprio che si voglia ricreare quel sentimento popolare che, come confermato da uno dei giudici sportivi che confezionarono le sentenze sportive del 2006, fu alla base delle sentenze dell'estate 2006.
Si cerca di ricreare un sentimento popolare, che non si cura dei fatti e delle sentenze, per cui Moggi è colpevole.

E si vogliono delle sentenze, non basate su fatti accertati, ma basate sul sentimento popolare, ovvero sull'invidia popolare, sull'invidia del popolino.

venerdì 9 gennaio 2009

Sentenza GEA: Il Commento di Moggi

Intervento di Luciano Moggi, e del suo avvocato Matteo Melandri, alla trasmissione televisiva "La Juve è sempre la Juve".






Un terreno, edificabile, ti allunga la vita

Secondo gli accordi con Unicredit Italpetroli, la holding della famiglia Sensi che controlla indirettamente (attraverso la Roma 2000 s.r.l.) la A.S.Roma, avrebbe dovuto pagare 130 milioni di euro, parte del debito di 374 milioni di euro, ad Unicredit entro il 31 dicembre del 2008.
Una cifra consistente.
Fortunatamente per i sensi il comune di roma, con walter veltroni sindaco, trasformò nell'aprile del 2006 dei loro terreni a Torrevecchia da agricoli ad edificabili, moltiplicandone, evidentemente, il valore.
Tant'è che adesso i sensi possono cedere questi terreni (attualmente periziati a 99 milioni di euro) per coprire parte dei debiti.
La situazione debitoria dei Sensi, e della A.S. Roma, parte comunque da lontano.
Già nel 2003, ad esempio, Repubblica scriveva di un indebitamento della Roma per 334 milioni di euro, pari a 3,7 volte il valore di Borsa della società o a 10 volte il patrimonio netto. Pochi giorni dopo il Corriere della Sera scriveva che la società di revisione Grant Thornton aveva negato la certificazione al bilancio al 30 giugno della A.S. Roma.
Bisogna però sottolineare che tutto questo non ha impedito alla A.S. Roma di essere regolarmente iscritta al campionato di serie A.
Una grossa mano ai conti della Roma è venuto anche grazie a Calciopoli. Infatti con la Juve in serie B e con il Milan penalizzato la Roma ha potuto usufruire per svariati anni della qualificazione in Champions League, che ha portato tanti soldi nelle casse giallorosse.
Da ricordare infatti che nella stagione 2005/2006 la Roma si era qualificata per la coppa UEFA e grazie alle penalizzazioni inflitte a Juve e Milan potè entrare in Champions League, e negli anni successivi usufruì delle debolezze di Juve e Milan, derivanti da Calciopoli, per qualificarsi in Champione League.

Intercettazioni, indagato ex comandante dei Ros

Nei giorni scorsi il pm milanese Luigi Civardi ha chiesto il rinvio a giudizio dell’ex comandante dei Ros di Milano Mario Mettifogo con l'accusa di rivelazione di segreti d’ufficio.
La vicenda riguarda delle telefonate intercettate tra un pregiudicato, Domenico Brescia, e alcuni esponenti dell'inter, tra cui l'ex allenatore roberto mancini, il suo vice Mihajlovic e alcuni giocatori come Materazzi e Zanetti.
Il contenuto di alcune di quelle telefonate furono pubblicate da diversi giornali subito dopo la fine del campionato.
Secondo la procura di milano a passare il testo delle intercettazioni ai giornali fu il comandante dei Ros Mettifogo.

E non ci vogliono stare

Molti commenti, come era prevedibile, alla sentenza di ieri che ha assolto Moggi dall'accusa di associazione a delinquere.
Alcuni non l'hanno presa bene, e anche questo in fondo era prevedibile.
Hanno passato anni a scrivere (sprecare inchiostro e carta?) di associazioni a delinquere che governavano il calciomercato ed il calcio e adesso si ritrovano con un pugno di mosche in mano.
Certo, ci si poteva attendere degli articoli di scuse, ma considerando cosa è la maggior parte del giornalismo, italiano in particolare, in fondo non ci si poteva aspettare qualcosa di diverso.
Ed ecco quindi gli articoli in stile "rosicatio".
Chi scrive di omertà dei calciatori, chi di differenza tra giustizia sportiva e giustizia ordinaria, chi continua a scrivere che il sistema Moggi esisteva e che addirittura la sentenza di ieri (che certifica la non esistenza di alcuna associazione a delinquere) ne è la conferma.
Un livore, un rosicamento, molto mal nascosto.

La Piovra che non c'è mai stata

Emessa ieri, 8 gennaio, la sentenza di primo grado nel processo cosiddetto "GEA" presso il tribunale di roma.
L'accusa sosteneva che Luciano Moggi, il figlio Alessandro, ed altri sarebbero stati responsabili di un'associazione per delinquere finalizzata all'illecita concorrenza tramite violenza e minaccia.
La GEA, la società di procuratori, sarebbe stata, secondo l'accusa rappresentata dall'attuale presidente dell'associazione nazionale magistrati luca palamara, una associazione a delinquere.
Il giudice fiasconaro ha assolto tutti gli imputati per questa accusa.
Ha condannato Luciano Moggi e Alessandro Moggi, rispettivamente a 1 anno e 6 mesi e a 1 anno e 2 mesi, per "violenza privata" nei confronti di alcuni calciatori.
Luciano Moggi avrebbe commesso "violenza privata" nei confronti dei calciatori blasi emanuele e amoruso nicola, Alessandro Moggi nei confronti di due calciatori russi.
Moggi che preannuncia ricorso in appello. Anche perché, ad esempio, blasi, interrogato in tribunale, aveva detto di non aver mai subito alcuna minaccia.
Smontato il teorema accusatorio che indicava in Moggi il controllore del calcio italiano tramite la GEA.
Ma il punto importante emerso da questa sentenza e che non potrà non avere effetti anche su altri procedimenti, passati e futuri, è che non è mai esistita alcuna associazione a delinquere.

giovedì 8 gennaio 2009

Facchetti parlava con gli arbitri?

Qualche anno fa in una intervista l'ex arbitro De Santis disse di aver ricevuto, quando era ancora arbitro, dall'allora presidente dell'inter Giacinto Facchetti «numerose telefo­nate, alcune con toni al limi­te del lecito».
In una recente intervista rilasciata al corriere dello sport il figlio dell'ex presidente dell'inter Facchetti dichiara:
Suo padre non faceva te­lefonate agli arbitri?
«Penso che ne facesse, come tutti i dirigenti, ma è importante vedere cosa di­cesse lui e cosa gli altri. Nè mio padre né l'Inter hanno tramato contro qualcuno, calciopoli è nata per caso, da un'indagine su scommesse clandestine. Altro che telefo­nate al limite del lecito, De Santis mente sapendo di mentire. Altrimenti non avrebbe tirato fuori le sue verità dopo tanto tempo».

Il 20 maggio del 2006 il Corriere della Sera pubblica lo stralcio di una intercettazione telefonica, disposta dalla Procura di Torino, tra l'allora presidente dell'Inter Giacinto Facchetti e uno dei due designatori arbitrali del tempo, Pierluigi Pairetto:

Anche il presidente dell'Inter Facchetti parlava al telefono con il designatore Pairetto.
L'intercettazione è della Procura di Torino: il 15 settembre 2004 al centro della conversazione ci sono gli arbitri di Champions League e alcune tessere dell'Inter per Pairetto.
Facchetti: «E li han già deciso poi per le prossime partite?».
Pairetto: «Sì, sulla seconda c'è Meier eh... poi ok».

Facchetti: «La terza è con l'Anderlecht».
Pairetto: «Non allora aspetta te lo.. ce l'ho di là infatti ho fatto mettere Meier, no allora è la seconda perché era la partita importante».
Facchetti: «Eh si perché dovrebbe essere».
Pairetto: «Allora dovrebbe essere quella adesso te... lo vado a prendere e te lo dico subito perché avevo fatto mettere Meier appunto perché è un arbitro molto affidabile. Lì a Valencia è un ambientino... bello tosto».
Facchetti: «Fammi sapere grazie».
Pairetto: «Le tessere invece le hai già...».
Facchetti: «Sì le tessere sono arrivate talmente in ritardo voi preferite mandarle a ritirare magari?».

In precedenza, nel 2003, l'allora vicepresidente dell'Inter Facchetti era stato inibito per due settimane e gli era stata comminata una ammenda di 5 mila euro dalla giustizia sportiva «perché, quale dirigente non inserito in distinta e non autorizzato ad accedere allo spogliatoio arbitrale, rientrava durante l' intervallo e, rivolgendosi ad un assistente, gli chiedeva conto, in modi non rispettosi del ruolo di quest' ultimo, di una segnalazione; poi, uscendo dallo spogliatoio, pronunciava in tono polemico le parole. "adesso capisco tutto, ci penso io" così realizzando, complessivamente, una condotta di oggettivo disturbo nei confronti degli ufficiali di gara, prima della conclusione della medesima».
Da ricordare inoltre, sempre nel 2003, l'incontro tra l'allora presidente dell'Inter facchetti e l'allora arbitro Daniele Nucini. Qualche tempo dopo alcuni detective indagarono sull'allora arbitro Massimo De Santis (senza trovare nulla di particolare), sul calciatore Christian Vieri, eccetera....