sabato 10 gennaio 2009

Le Amnesie di Sandulli, la Condanna Etica e la Juve Simpatica

Continuano senza sosta le reazioni alla sentenza sul processo GEA.
È la volta di Piero Sandulli, presidente della Corte Federale della FIGC all'epoca delle sentenze sportive dell'estate 2006.
Intervistato da La Stampa sugli effetti che potrebbe avere una assoluzione di Moggi al processo di Napoli sulle sentenze sportive dell'estate 2006 Sandulli risponde

La Juventus fini in B a -17, la Fiorentina in A a -19, la Lazio in A a -11, il Milan in A a -8 e su molti presidenti e dirigenti di club si abbatterono pesanti pene. Se, da Napoli, il quadro dovesse uscire molto più ridimensionato, che conclusioni dovremmo tirare sullo scandalo mai visto nel nostro pallone?
«Nessuno se non quello di accettare con la massima serenità quelle che saranno le sentenze penali su tutta la vicenda. Ripeto: la giustizia sportiva ha tempi e norme di comportamento che in aule di tribunale non sportive possono anche non rappresentare un reato penale, ma ciò non toglie niente alle nostre sanzioni».

La Calciopoli così come è uscita dai gradi di giustizia sportiva non si tocca, dunque?
«Mi sembra ovvio. Le faccio un esempio concreto. Quando scoppiarono i casi scommesse degli anni Ottanta ci furono squadre, penso al Milan, che finirono in serie B. La giustizia ordinaria successivamente prese una strada diversa perché non emerse niente, ma i rossoneri furono retrocessi e in B andarono perché per chi vive nel mondo del calcio avevano fatto cose che non si possono fare».

Sandulli dice che esistono comportamenti che possono essere punibili per la giustizia sportiva e possono non essere punibili per la giustizia ordinaria.
Questo non è sempre vero.
Ad esempio all'illecito sportivo corrisponde il reato di frode sportiva in ambito penale.
È chiaro che se un tribunale ordinario riconosce che non c'è mai stata frode sportiva questo non può che significare che non c'è mai stato alcun illecito sportivo.

Sandulli, a conferma della sua tesi, dice che anche nel calcioscommesse degli anni 80 ci furono sentenze diverse tra giustizia sportiva e giustizia ordinaria. Allora la giustizia sportiva condannò calciatori, dirigenti e società mentre la giustizia ordinaria assolse tutti.
Sandulli dimentica però di dire perché la giustizia ordinaria assolse tutti.
La giustizia ordinaria assolse tutti i condannati dalla giustizia sportiva perché non c'era una legge dello Stato che vietava quei comportamenti. Ecco il motivo della differenza di valutazione di allora tra la giustizia sportiva e la giustizia ordinaria.
Non c'era una legge, ma adesso quella legge c'è. Per la precisione c'è dal 1989.
Ed è la legge che ha introdotto la "frode sportiva", la legge n° 401 del 1989.
Quindi adesso quei comportamenti di allora, qualora un tribunale ordinario ne ravvisasse la sussistenza, verrebbero puniti anche dalla giustizia ordinaria.
Quindi non è completamente esatto dire che la giustizia sportiva è diversa da quella ordinaria e che un comportamento sanzionato dalla giustizia sportiva non è sanzionato dalla giustizia ordinaria.

Se dal processo che si terrà a Napoli dovesse emergere che non ci fu mai frode sportiva, quella sentenza non potrebbe non avere effetti sulle sentenze sportive dell'estate 2006.
Di più, smentirebbe quelle sentenze.

Intervistato anche da Tuttosport spiega le sentenze sportive dell'estate 2006.

Punim­mo la violazione di norme interne, nel 2006. In fondo anche noi, nella nostra sentenza evidenziammo soprattutto cattive abitudi­ni, mica illeciti classici. Si doveva far capire che quello che c’era nelle intercettazioni non si fa. E’ stata una condanna etica. Il proces­so penale valuta altre cose.

Condannare una società alla retrocessione, revocare due scudetti, uno dei quali donato alla società terza classificata (a più di 10 punti di distanza), e produrre danni per centinaia di milioni di euro.
Tutto questo non per degli illeciti, ma per delle cattive abitudini?
Interessante poi sapere che quella è stata la prima, e certamente l'ultima, condanna etica nel mondo del calcio.
Non si hanno infatti notizie di condanne etiche per altri comportamenti come, tra gli altri, i passaporti falsi (addirittura le patenti di guida false), i bilanci falsi, le fidejussioni false, il regalare rolex ad arbitri, guardalinee e dirigenti federali, iscriversi al campionato grazie a bilanci falsi.
Per questi comportamenti non c'è mai stata alcuna condanna etica.
Peccato che Sandulli non ne abbia spiegato il motivo, e peccato che l'intervistatore non l'abbia chiesto.

Quei comportamenti stravolgevano il con­cetto decoubertiniano


Perché presentare false fidejussioni, iscriversi al campionato grazie a bilanci falsi, regalare rolex ad arbitri e guardalinee sono tutti comportamenti in linea con il con­cetto decoubertiniano?


Se a Napoli non arriva la condanna?
«Non so se è penalmente rilevante quel ti­po di frequentazione di Moggi, ma è violazione dell’articolo 1. E l’illecito associativo che non esisteva, era una falla nel sistema giuridico, è stato da noi introdotto. Ai tifosi ripeto che per me la giustizia penale e quel­la sportivo sono cose diverse»


Violazione dell'articolo 1? Le sentenze a carico della Juve e di Moggi sono state emesse per la presunta violazione dell'articolo 6 (illecito sportivo).
Tanto più che non è mai successo nella storia del calcio che a società e dirigenti siano state comminate pene così pesanti solo per delle violazioni dell'articolo 1.
Interessante quindi sapere da Sandulli che quelle cose andavano valutate come violazione dell'articolo 1 e non dell'articolo 6.
Altrettanto interessante sapere che la CAF prima e la Corte Federale poi hanno introdotto un "reato sportivo" che non esisteva prima: l'illecito associativo.
Una "legge sportiva" ad hoc, ad personam, per poter condannare Moggi e la Juventus.
Juventus che adesso è più simpatica

«Io, a distanza di due anni, rivedo la Ju­ve lottare per il vertice: sono il patrimonio culturale del calcio italiano e anche più sim­patici ora»

e di questo potranno essere contenti gli attuali proprietari e dirigenti della Juve che hanno sempre indicato la simpatia come uno dei principali, se non l'unico, obiettivo da raggiungere.

Quanto ai tifosi, credo che oggi pen­sino che non c’è quel qualcosa sotto di cui si chiacchierava, esacerbandosi, nei bar dai tempi dei centimetri di Turone

A questa pia illusione di Sandulli ha risposto qualche giorno fa la vedova dell'ex presidente della roma franco sensi che riferendosi al campionato 2007/2008, vinto dall'inter nell'anno del suo centenario, ha dichiarato


«La Roma meritava lo scudetto. Ma c'era un centenario da onorare e da rispettare, però. Così è stato»


Concetto confermato qualche giorno dopo dal capitano della roma totti


Ha ragione Maria Sensi. L'anno scorso i nerazzurri non meritavano lo scudetto. Meritavamo di vincere noi e che invece a causa di qualche "piccolo episodio" (lo scudetto, ndr) è andato all'Inter


Chiudiamo infine ricordando le parole proprio di Sandulli in una intervista di qualche tempo fa rilasciata a il romanista e ripresa dal Corriere della Sera in riferimento al campionato 2004/2005, quello oggetto di indagine.

«Non ci sono stati illeciti. Il campionato (2004/2005, ndr) era regolare»
«Il campionato 2004/2005 non è stato falsato - afferma - L'unico dubbio potevamo averlo su quella strana partita tra Lecce e Parma, una sfida che abbiamo visto e rivisto. Non si può dire però che è stato falsato il campionato.»